Parola di wedding planner… sposo alla moda… dalla a alla z
Consigli e curiosità: Se “plastron” o “scappino” vi suonano come termini sconosciuti, dovete saperne di più..
Benchè il giorno delle nozze l’attenzione sia concentrata inevitabilmente sull’abito della sposa, è ugualmente importante che anche lo sposo sia abbigliato alla perfezione. Prepararsi per il grande giorno non sempre, però, può risultare così facile, soprattutto perché, per regole scaramantiche, lui non può vedere l’abito di lei prima di trovarsela di fronte sull’altare. Così come per le spose, abbiamo preparato una lista di termini inerenti all’abito e agli accessori che dovrebbe aiutare i signori sposi nella difficile fatica di agghindarsi per il giorno del sì
GIACCA: generalmente monopetto, senza spacchi laterali, con due tasche a filetto e non a toppa e il taschino. Ultimamente le tendenze della moda hanno rivisitato questo capo d’abbigliamento proponendo la giacca lunga, per lo sposo, a 3, 4 o 5 bottoni. Colori blu, nero e grigio antracite le scelte più sobrie
PANTALONI: dal taglio classico, a sigaretta e rigorosamente senza risvolto
GILET: dello stesso tessuto dell’abito, mono o doppiopetto
CAMICIA: bianca, avorio o anche in una delicata tonalità di azzurro, con il colletto classico
TESSUTI LUCIDI E TRANSLUCIDI: molto in voga ultimamente prevedono una commistione tra lana e sete pregiate che contribuiscono a dare appunto l’effetto lucido
DIPLOMATICA: classica camicia da cerimonia, prevede i doppi polsi per i gemelli
FRANCESINA: camicia classica di colore bianco o azzurro
COLLO ALLA COREANA: collo senza le classiche punte. Al loro posto la camicia ha un bordo intorno al collo alto circa 2 centimetri
ARMATURATO: tessuti con trama in rilievo, adatti per cerimonie di un certo livello
SLIM: linea giovanile e sciancrata. Prevede una giacca lunga dal taglio sartoriale abbinata a pantaloni affusolati e asciutti
MERINOS E TASMANIA: tessuti particolarmente indicati per l’inverno, hanno il pregio di non stropicciarsi praticamente mai
SETE DAMASCATE: tessuti pregiati per cravatte e, spesso, lavorate tono su tono o con microscopici disegni a contrasto
REGIMENTAL: cravatta, generalmente di seta, a righe oblique
PLASTRON: cravattone di seta per cerimonie dal tono importante e raffinato. Si annoda semplicemente sovrapponendo oppure incrociando i due lembi, con un solo passaggio all’esterno, per creare uno sbuffo fermato da uno spillone fermacravatta, talvolta impreziosito da una perla. L’impatto visivo del plastron è quello di “allargare” il viso: consigliabile, quindi, per lo sposo con il volto magro e gli zigomi sporgenti
SCAPPINO O WINDSOR: classico nodo per la cravatta a forma di triangolo equilatero
GEMELLI: abbinabili alla camicia diplomatica, prendono il posto dei bottoni ai polsi. Per le nozze, sono di rigore i modelli raffinati e importanti. Grandi nomi della gioielleria hanno usato metalli nobili e pietre preziose per dare vita a proposte di sicuro effetto
Anche per quanto riguarda il “seguito” di sesso maschile, i dettagli fanno la differenza. Soprattutto il giorno delle nozze. E, quando si parla di abito da cerimonia al maschile, menzionare il tight e il mezzo tight diventa un obbligo. Il segreto è riconoscersi sempre nel proprio abito senza eccedere mai: tutte caratteristiche che questi abiti da cerimonia possiedono. Lo dimostra anche il rinnovato interesse maschile per la ricerca di capi di gusto. Per chiarirvi le idee abbiamo preparato un riassunto con le caratteristiche dei capi da cerimonia più importanti
Per quanto riguarda il tradizionale tight, le regole del bon ton dicono che, se la cerimonia si svolge dalle 9 alle 18 e se la sposa ha scelto un abito particolarmente impegnativo, potrete indossare questo abito formale da giorno. In questo caso, scatterà l’effetto “domino”: padri, fratelli e testimoni saranno chiamati a seguire l’esempio. Il tight si caratterizza con quarti anteriori sfuggenti e code arrotondate. Rigorosamente di lana (anche in estate), è accessoriato con guanti e cilindro. La riga che caratterizza i pantaloni è classica, con il fondo grigio medio e la rigatura in due tonalità di grigio, scuro e chiaro. Attenzione alle proporzioni: la giacca deve segnare e fasciare i fianchi ed essere perfetta nella caduta quando è allacciata. Le code devono sfiorare l’inizio del polpaccio mentre i pantaloni, dritti e di lunghezza canonica, devono appoggiare, davanti, alla mascherina delle scarpe e coprire, sul retro, l’inizio del tacco. Indispensabile il gilet, in raso monopetto o doppiopetto, purchè scollato. La camicia è rigorosamente bianca e in cotone, in popeline e batista (se è liscia) oppure armaturata. I polsini sono doppi e chiusi da gemelli. Il collo è rigido con gli angoli rialzati. La cravatta a plastron è la norma così come le calze nere, in filo di Scozia, e le scarpe stringate Oxford. I guanti grigi in camoscio e il cilindro nero vanno bene per i perfezionisti ma devono essere tenuti in mano e non indossati. Il cappotto è consentito nei mesi invernali: nero e di taglio classico dovrà essere tolto, in ogni caso, prima dell’ingresso in chiesa. Anche il fiore all’occhiello è una tradizione da rispettare: garofano, gardenia o camelia
Il “Mezzo” Tight, viceversa, è indicato per cerimonie dal tono meno impegnativo. E’ il classico abito da cerimonia senza code. Può essere portato senza guanti e senza cilindro. L’allure sarà meno formale poiché, in virtù della mancanza di code, l’abito appare più dinamico, pur conservando tutti i caratteri sartoriali del tight. Il plastron può essere abbandonato in favore di una cravatta coordinata. Il fiore all’occhiello può essere, invece, sostituito da un fazzoletto di lino leggero, da ripiegare nel taschino della giacca
…e per la cura dello sposo!
