Desideri e sogni… per l’abito da sposa e i suoi tessuti.

L’abito della sposa è per definizione bianco: ma esiste una serie infinita di sfumature, dalle romantiche sfumature pastello ai toni più audaci del rosa candy, del glicine e, perché no, del rosso rubino e del bordeaux, ormai considerati colori da sposa a tutti gli effetti.

Per il modello non c’è che l’imbarazzo della scelta; bisogna essere consapevoli dei propri pregi e difetti, esaltando i primi e nascondendo i secondi:

Princesse: scivolato sui fianchi
Impero: il corpino viene tagliato appena sotto il seno e la gonna scende rigorosa fino ai piedi; è perfetto per dare slancio alla figura e nascondere i fianchi larghi
Redingote: dà slancio alla figura grazie ai tagli verticali
A sirena: accarezza come una seconda pelle il busto, i fianchi e le gambe. Molto sexy
A sottoveste: semplice e lineare, ideale in estate e se la festa si svolge di sera
A palloncino: sotto il corpino stretto, la gonna si apre sui fianchi, adattandosi alle esigenze sia della sposa magra, sia di quella con qualche chilo in più, perché maschera bene le forme
A tubino: scende seguendo le linee del corpo, senza accentuarle, ma solo accarezzandole. Può essere di diverse lunghezze: al ginocchio, al polpaccio, ai piedi
Longuette: è sobrio ed elegante: perfetto per un matrimonio civile
Tailleur pantalone: è ideale per la cerimonia in municipio.

Il tessuto, l’anima dell’abito
Ci sono tessuti che tradizionalmente sono legati all’abito da sposa, anche perché la riuscita di un modello dipende proprio dal tipo di tessuto scelto
Ecco un piccolo approfondimento che permetterà di arrivare al momento della scelta con le idee un po’ più chiare.

Broccato: pesante tessuto di seta, con motivi floreali o astratti in rilievo, spesso impreziosito con fili d’oro, d’argento, di bronzo o di lurex colorato
Cady: tessuto crespo con sottile lavorazione in seta o lana
Chantilly: pizzo in seta lavorato a tombolo; prende il nome dalla cittadina francese dove viene realizzato
Chiffon: tessuto molto leggero e trasparente, realizzato con filati di seta ritorti
Crèpe: può essere di seta, lana o cotone: realizzato con filati molto ritorti, assume un aspetto granuloso
Dèvorè: particolare tecnica utilizzata per “svuotare” e rasare il tessuto con lo scopo di ottenere un alternarsi di trasparenze più o meno evidenti
Duchesse: tessuto lucente in cotone, in seta o in raso liscio e pesante
Gazar: tessuto in seta trasparente e rigido
Georgette: tessuto di seta, morbido e leggero
Macramè: pizzo lavorato a mano attraverso intrecci e nodi
Marocain: pesante crêpe dalla trama particolarmente grossa caratterizzata da costine trasversali
Matelassè: tessuto con lieve imbottitura trapuntata
Mikado: raso originario del Giappone, dalla mano corposa e consistente
Organza: tessuto di seta leggero, sostenuto e leggermente madreperlato
Plumetis: tessuto in cotone, voile o mussola con piccole capocchie di spillo ricamate a rilievo
Point d’esprit: tulle ricamato a capocchia di spillo
Raso o Satin: tessuto lucido in seta o in cotone, dalla mano morbida, ma corposa
Sangallo: pizzo traforato in lino o cotone, in origine realizzato in Svizzera nella cittadina di Sangallo
Shantung: tessuto luminoso di origine cinese, realizzato in seta dalla superficie irregolare
Taffetà: tessuto in seta liscio e sostenuto
Tulle: velo con piccolissimi fori esagonali a rete principalmente in seta, molto leggero
Valenciennes: pizzo molto leggero, lavorato a tombolo, prende il nome dalla città francese dalla quale proviene
Voile: tessuto in seta, lana e cotone, leggero.

 

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